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Maggioranza di Noci: Carta… o Torre di Pisa?

A tre giorni dall’ultimo consiglio comunale convocato in fretta e furia per poter approvare i piani triennali per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza ed il codice di comportamento dei dipendenti pubblici (tutti in scadenza il 31 gennaio) è necessario che esprima le mie considerazioni.
Partiamo dalla richiesta di risposte circa l’interrogazione che i cittadini, tramite me, hanno presentato durante il consiglio comunale del 4 dicembre 2013. In quell’occasione veniva chiesto cosa l’amministrazione intendesse fare per contribuire alla lotta all’evasione/elusione. Bisogna sapere a riguardo che molti comuni, con l’ausilio dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani hanno beneficiato positivamente di una normativa vigente ed in scadenza al 31 dicembre 2014, che prevede la possibilità di far introitare nelle casse comunali il 100% di ciò che il comune contribuisce a far recuperare all’Agenzia delle Entrate a riguardo di imposte dirette ed indirette.
Alla luce del federalismo fiscale, che prevede meno aiuti dal governo centrale nei confronti delle amministrazioni comunali, sarebbe una opportunità da non farsi sfuggire per chi amministra in modo oculato le finanze del proprio comune. Dopo oltre 50 giorni dalla presentazione il sindaco ci ha risposto che non hanno ancora assunto decisioni; la nostra speranza è che le stesse non vengano prese dopo la data del 31 dicembre prossimo.

La richiesta presentata durante questo consiglio comunale riguarda invece la possibilità di poter prendere visione del bilancio dell’evento Bacco nelle Gnostre 2013, svoltosi ormai oltre 80 giorni fa, laddove la determina che autorizzava l’evento prevedeva l’obbligo dell’associazione promotrice a presentare il bilancio al comune.
La risposta è stata alquanto evasiva (come spesso succede su vicende di questo tipo…), perchè l’amministrazione, non avendo ancora ricevuto il bilancio, non si è preso cura di sollecitarne la consegna, salvo scoprire, a consiglio in corso che la mattina stessa era stato protocollato lo stesso agli atti.
Il punto previsto all’ordine del giorno, circa la riattivazione per tre anni del Piano Pluriennale di Attuazione, è stato subito stoppato dal sindaco, che ha avanzato la richiesta di rinvio; considerando che la scelta era già trapelata nei corridoi prima dell’inizio del consiglio stesso, mi chiedo perché per un punto posto all’Ordine del Giorno dalla maggioranza venga richiesto il rinvio. Errore tecnico nella presentazione della documentazione dello stesso? Accordo non raggiunto all’interno dei componenti della maggioranza? La risposta ufficiale ha teso verso la prima ipotesi, anche se i primi malumori si percepiscono nell’aria, soprattutto quando la mia richiesta di sospensione per chiedere chiarimenti è stata bocciata.
Dietro la riattivazione del PPA si nasconde la malcelata voglia di ricominciare con una “cementificazione selvaggia” o si vuole veramente utilizzare tale strumento per dare impulso all’economia? Se è vera la seconda ipotesi, non erano loro che sapevano come funziona la macchina amministrativa e sarebbero stati in grado di riavviarla da subito e quindi come mai non si sono accorti in tempo che mancava della documentazione tecnica in cartella? O è vera la prima e allora stanno semplicemente prendendo in giro i cittadini e cercano di nascondere i primi cenni di crisi?
Senza aver fugato nessuno dei dubbi a cui i cittadini attendono risposta, ci siamo ritrovati a discutere del punto riguardante l’approvazione del codice etico ispirato sì alla carta di Pisa, ma rimodellato in salsa nocese.
Infatti, leggendo la proposta è balzato subito all’occhio che l’articolo 11 della carta di Pisa originale manca; guarda caso, è proprio quello che prevede che qualunque amministratore che negli ultimi cinque anni ha rilasciato autorizzazioni o ha effettuato negoziazioni per conto dell’amministrazione, non potrà per i cinque anni successivi alla cessazione del mandato svolgere alcuna attività lavorativa o professionale presso le aziende oggetto delle sue stesse determinazioni.
Questa norma tende a prevenire lo “scambio di favori” perché capita spesso che aziende che hanno ricevuto incarichi per prestazioni di opere o servizi per conto del comune, dopo qualche anno si ritrovino nel loro organico ex componenti dell’amministrazione comunale che hanno contribuito all’assegnazione degli incarichi stessi.
E’ normale che un codice etico sventolato in campagna elettorale come la novità introdotta per prevenire i principi di corruzione dopo le elezioni diventi meno etico? A Noci parrebbe di sì.
Inoltre nel codice etico da approvare era presente la possibilità di ricevere regali fino ad un massimo di € 100 annui per amministratore da parte di impiegati comunali o da parte di aziende che collaborano o che hanno contratti da appaltatori o fornitori.
Al fine di poter votare il codice etico, la proposta che il Movimento 5 Stelle ha portato in consiglio è stata l’eliminazione della possibilità di ricevere regali e l’introduzione dell’articolo 11.
Dopo una sospensione, al rientro in aula sono state votate le mozioni di modifica, comprese le nostre, ma mentre l’abolizione dei regali è stata approvata, per la reintroduzione dell’articolo 11 abbiamo votato a favore solo io ed i consiglieri di Forza Italia, dopo che durante la sospensione, anche i consiglieri del Nuovo Centro Destra avevano espresso la loro volontà di voto favorevole.
In funzione delle premesse, non avendo riscontrato l’accettazione di entrambe le mozioni mi sono astenuto dal votare un codice etico che seppur non prevedendo sanzioni penali, ha fatto perdere l’opportunità a diversi giovani consiglieri di voler segnare un cambiamento netto con il passato.

In conclusione mi lascia perplesso il fatto di aver visto al termine del consiglio una parte della maggioranza esultare per l’approvazione di un codice etico “rivisto e corretto” dalla sua originale stesura, che è solo servito a nascondere i primi chiari mal di pancia presenti all’interno delle larghe intese locali.
Spolverare ammassando la polvere sotto il letto serve a poco e non è per nulla salutare, perché alla prima folata di vento tutto torna al proprio posto e bisogna ricominciare l’opera daccapo.

Al di fuori dell’aula consigliare, fa piacere rilevare l’incoerenza di chi oggi ha scoperto che in diverse realtà locali dove è presente il MoVimento 5 Stelle, sono stati questi ultimi i promotori di adozione della carta di Pisa da parte dall’Amministrazione Comunale (senza proporre alcuna modifica di comodo…) ma che fino a poco tempo fa pensava che con la stessa ci si potesse solo “pulire il culo”.

Un codice etico è un codice di condotta morale, a cui io ho già pienamente aderito senza bisogno di sottoscrivere vuoti accordi presentati in aula probabilmente in qualità di contentino.

Orazio Colonna

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