Grillo, che modi!!!
Ma che modi sono questi: espellere due persone dal MoVimento solo perchè sono andati in TV o hanno parlato male dello stesso? Hanno solo non rispettato delle regole di un gruppo del quale hanno liberamente deciso di fare parte! hanno parlato male del MoVimento al quale hanno deciso liberamente di aderire! Incavolarsi per gente che non rispetta le regole è proprio fuori luogo!!!!
Mica l’incazzoso Umberto Bossi ha fatto una sparata del genere al suo trota per aver speso parte del patrimonio consiliare per un localizzatore di autovelox o aperitivi o due spazzolini con nome !
Avete mai visto qualcuno incazzarsi con le banche per il denaro evaso, denaro sufficiente a compensare l’introito che ci si aspetta dall’IMU? Qualcuno si incazza se poi la stessa somma di denaro viene versata a una banca per evitarne il fallimento?
Paese strano il nostro: se alzi la voce per sottolineare errori passi per un dittatore, per uno antidemocratico e degli errori… quali errori? Se degli errori se ne parla nei telegiornali, subito dopo aver parlato dell’ennesima presenza di B. in TV e subito prima dei consigli per la dieta post pranzi natalizi, allora va bene. Peccato però che dopo il telegiornale tutti andranno a correre per smaltire il cibo e nessuno si ricorderà di un aperitivo di € 830,00 di un consigliere regionale della lombardia; aperitivo, ovviamente, consumato in nome del bene pubblico e quindi da portare come rimborso spese della propria carica pubblica.
Si, uno strano paese
Berlusconi scomunicato da Cei e Vaticano
Come Affaritaliani.it scrive da qualche mese, la Cei è a favore del Monti bis. La conferma è arrivata ieri, quando il cardinale Angelo Bagnasco ha abbandonato Berlusconi: “Non si può mandare in malora i sacrifici di un anno”, ha detto. Oggi tocca al direttore dell’Osservatore Romano, il bertoniano Gian Maria Vian (vicinissimo al Papa), porre fine al feeling quasi ventennale tra prelati e Cavaliere e guardare a Bersani e Grillo. Il cattogiocattolo si è rotto nel 2009 col caso Boffo. E oggi la Chiesa non guarda più a Sua Emittenza. Con questa legge elettorale gli equilibri saranno incerti: governo a guida Bersani oppure grosse koalition con un Monti bis?
Un tema centrale sarà quello dell’energia. “Da sempre i cattolici hanno avuto un ruolo forte in questo settore”, spiega ad Affari una fonte bene informata. Uno dei nomi più gettonati è quello di Enrico Letta. Per lui si ipotizza un posto di responsabilità come Ministro dello Sviluppo. Ma si parla anche di Pippo Ranci, presidente del consiglio di Sorveglianza di A2a…
di Antonino D’Anna
Il “gran rifiuto”, per dirla con Dante, è stato reso pubblico ieri dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani.Parlando col Corriere della Sera, ha detto chiaro e tondo: “Non si può mandare alla malora i sacrifici di un anno”, esplicitando quello che Affaritaliani ha scritto più volte negli ultimi mesi. La CEI appoggia un Monti bis, perché il Professore è l’unico che può dare garanzie di solidità. Lo dice il cardinale stesso: “Fino a quando ce la farà l’Italia? Un anno fa il problema era di metterla in sicurezza dentro una crisi di sistema che era stata sottovalutata per troppo tempo e di fronte a una classe politica incapace di riforme effettive, spesso solo annunciate”.
LA CEI PER MONTI. COME AFFARI DICE DA TEMPO- A conferma di quanto abbiamo scritto: ai vescovi italiani questa politica non piace. Poi Bagnasco difende Mario Monti: “Nel frattempo il governo tecnico ha messo al riparo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose. Non si può mandare in malora i sacrifici di un anno, che sono ricaduti spesso sulle fasce più fragili. Ciò che lascia sbigottiti è l’irresponsabilità di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciando”. Scegliete voi, insomma, i nomi e cognomi che più vi aggradano. E infine: “E si conferma la radice di una crisi che non è solo economica e sociale, ma culturale e morale. Per troppo tempo i partiti sono stati incapaci di pervenire a decisioni difficili e a parlare il linguaggio della franchezza e non quello della facile demagogia”.
CORSA AL MONTI BIS- Una scomunica in piena regola, seguita dalla benedizione del Monti bis che piace tanto ai vescovi: “Sarebbe un errore in futuro non avvalersi di chi ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro Paese in campo europeo e internazionale evitando di scivolare verso situazioni irreparabili”. I lettori possono da soli dare nome e volto a chi, secondo loro, non ha invece contribuito – secondo Bagnasco – “in modo rigoroso e competente” alla credibilità del paese in campo europeo e internazionale.
LA SCOMUNICA VATICANA- Come se non bastasse, stamattina il Corriere annuncia la seconda scomunica, stavolta di area bertoniana e che dunque arriva proprio dalla Segreteria di Stato vaticana. A parlare è Gian Maria Vian, il direttore dell’Osservatore Romano e molto vicino al cardinale Tarcisio Bertone, ora “numero tre” del Vaticano (sì, sarebbe il due ma la recente nomina di don Georg Gaenswein, segretario del Papa, a Prefetto della Casa Pontificia ha reso il discreto Georg il collaboratore più vicino e influente del Papa). Vian non le manda a dire: c’è un rischio demagogia evidente che chiaramente non aiuta il paese. E, seguendo la linea Bagnasco, benedice il Monti Bis: “Il presidente Monti – dice a Gian Guido Vecchi del Corriere – è stato chiamato a servire il Paese in prima linea e in un momento difficilissimo. E lo ha fatto in modo esemplare, con lo stile del civil servant che guarda al suo paese con uno sguardo ancora più ampio, perché un uomo della sua esperienza tiene conto, come lo stesso Napolitano, del contesto europeo e internazionale”. Vian parla anche di Beppe Grillo, ma non lo nomina: “Anche i segnali della cosiddetta antipolitica andrebbero letti con più attenzione. Al di là del qualunquismo, è indubbia una richiesta di cambiamento. Del resto abbiamo registrato il segnale diverso arrivato dalle primarie del centrosinistra, una forte partecipazione che è stata notata dagli osservatori internazionali”. Endorsement a Pierluigi Bersani e Grillo? Non sembra. Però è segno di un’attenzione che va lentamente crescendo da Oltretevere.
FINE DI UN’ERA- Insomma, con queste due prese di posizione abbiamo assistito al funerale di un ventennio che ha visto quantomeno la CEI vicina alle posizioni del Cavaliere e del suo modo di fare politica. L’uomo che si presentò nel 1994 come un buon cattolico (anche se divorziato risposato), con tanto di zia suora, non è più quello che piaceva al cardinale Camillo Ruini prima e poi, nei primi anni Duemila, al suo successore Bagnasco. Il giocattolo si è rotto al tempo degli scandali sessuali di Berlusconi (siamo nel 2009), quando l’allora direttore di Avvenire Dino Boffo ha espresso le perplessità dei vescovi sul comportamento pubblico e privato dell’allora premier. Il risultato fu il caso Boffo, con accuse (poi rivelatesi infondate) lanciate contro il direttore di Avvenire dal “Giornale” (di proprietà del fratello di Berlusconi, Paolo) da Vittorio Feltri. Finì in una bolla di sapone, ma Boffo oggi non dirige più il giornale dei vescovi italiani, affidato adesso a Marco Tarquinio. E qualcuno nel PDL sussurra che tutto quel rumore non sia stato per nulla, ma una sorta di messaggio ai cattolici berlusconiani: attenzione, non ci siete solo voi a dire la vostra sulle questioni etiche e morali (si usciva allora dal caso di Eluana Englaro e si iniziava a discutere di una possibile legge sul fine vita, ad oggi non ancora realtà). Poi è venuto il governo Monti, nel quale siedono cinque ministri espressione del Gruppo Etica e Finanza di Angelo Caloia (ex presidente IOR) e Giovanni Bazoli (nella proprietà del Corriere): Piero Giarda, Elsa Fornero (sì, proprio lei, detta “la zia Elsa”), Lorenzo Ornaghi, Andrea Riccardi, Corrado Passera. Adesso è tempo di Monti Bis. Che verrà, specie se a PalazzoPigi, come lo chiamano adesso dalle parti del Nazareno, Pierluigi Bersani non riuscirà a trovare la maggioranza al Senato. E sempreché Matteo Renzi, CL e l’energia non influenzino posti chiave del futuro governo…
Adesso bisogna pensare al domani, che si muove su due scelte: o un governo a guida Partito Democratico targato Pierluigi Bersani, oppure un governissimo che sarà il Monti Bis. Una cosa è certa: nel Partito Democratico sono in tanti a scaldare i motori a guardare al futuro. E il futuro è anche dei cattolici.
CATTOPIDDI’ IN FERMENTO- Commenta una fonte cattopiddì sentita da Affaritaliani: “Prima di parlare di un futuro governo guidato da Bersani, dobbiamo fare una premessa. Matteo Renzi, con il 40% preso alle primarie contro il segretario, non ha affatto indebolito i cattolici democratici. Anzi, ha dimostrato che ci siamo e siamo un mondo che tiene botta”. E aggiunge: “Se a Renzi va bene, alle prossime elezioni arriveranno in parlamento almeno una quarantina di deputati vicini a lui. E non è tutto: qui si parla di un posto per lui nel prossimo governo, oppure Roberto Reggi”. Reggi, ex sindaco di Piacenza, è stato il coordinatore della campagna elettorale del sindaco di Firenze in queste primarie e, particolare non da poco, è vicino a Comunione e Liberazione. Già sostenitore di Enrico Letta alla primarie nazionali del 2007 per la Segreteria PD, Reggi si è mosso con discrezione al seguito di Renzi.
RENZI E CL, APPARTENENZA PARTICOLARE?- E veniamo alla seconda affermazione della fonte, che dice: “Dopo le primarie, CL si è interessata a Renzi ed al risultato che ha raggiunto. È una simpatia recente che al Nazareno si dice sia frutto di un piccolo particolare: il sindaco di Firenze, ma questo non so fino a che punto sia vero, sarebbe vicino al movimento di don Giussani. C’è chi parla addirittura di una ‘appartenenza particolare’ di Renzi, ma non so fino a che punto questo sia vero”. Vicinanza o no, ecco che cosa diceva all’Espresso nel 2009 (fonte: http://www.avisoaperto.it/?p=2346) rispondendo alla domanda se fosse sostenuto da CL per la corsa alla città del Giglio: “Io pensavo e speravo di più. Ma il presidente della Compagnia delle opere ha scelto di non andare a votare. Il mio amico, capo delle scuole cattoliche Francesco Neri, idem. E stiamo parlando di rapporti fraterni. Trovo stravagante l’atteggiamento della sinistra verso la Compagnia. L’unico politico che ha chiuso il meeting di Rimini si chiama Pierluigi Bersani. Se Bersani può parlare con la Cdo, non vedo perché non ci possa parlare qualcun altro”. Nemmeno nel corso di queste primarie CL avrebbe parlato con Renzi, ma sembra che il 40% abbia convinto molti ciellini a prendere in considerazione la sua corrente. A maggior ragione adesso che i comitati per Renzi non chiuderanno i battenti. Bersani, che pure al Meeting di CL è sempre stato bene accolto e ha sempre avuto un ottimo rapporto col movimento di don Giussani, ci pensi.
BERSANI O MONTI?- La prima incognita del problema è qua. Se Bersani vincerà le elezioni e farà il governo, dicono ad Affari dal Nazareno, ai renziani bisognerà dare spazio e quindi per il sindaco di Firenze potrebbe arrivare un’offerta molto interessante. Discorso diverso nel caso in cui, come alcuni sondaggi ipotizzano, il Centrosinistra riuscirà a vincere agevolmente alla Camera ma non otterrà la maggioranza al Senato oppure avrà un appoggio molto risicato. Insomma, un incubo simile a quello che dovette affrontare Romano Prodi nel 2006 quando per la seconda volta si ritrovò al timone di Palazzo Chigi e dovette contare sulla salute (precaria) dei senatori a vita, spesso determinanti per le votazioni di fiducia e non sempre in ottime condizioni fisiche. In questo caso, dicono ad Affari: “Ci vorrà un governissimo. Sarebbe ripescato Monti e si potrebbe pensare ad un governo con personalità sia a destra che a sinistra e qualche tecnico (o l’Economia direttamente in mano a Monti)”. Una prospettiva sulla quale ricade la seconda incognita, quella energetica.
INCOGNITA ENERGETICA- La nostra fonte spiega infatti: “Da sempre i cattolici hanno avuto un ruolo molto forte. Enrico Mattei con l’Eni, l’Enel che fu figlia della nazionalizzazione voluta dai cattolici, insomma l’energia ha ancora un ruolo molto forte nella politica italiana e nel prossimo parlamento si vedrà”. Un’altra realtà che si sta affermando è quella del cattolico Valter Ferrarini, direttore Finanziario di X3Energy, che cura anche un blog chiamato Experto nel quale riflette sull’energia. E parlando di giovani cattolici, uno dei nomi che si fanno (tra i più gettonati) è quello di Enrico Letta (nipote del felpatissimo Gianni, eminenza grigia di Silvio Berlusconi). Per lui si potrebbe ipotizzare un posto di responsabilità come Ministro dello Sviluppo dopo Corrado Passera. Non è tutto: il giovane Letta ha sempre avuto un occhio lungo sul mercato energetico e sulla sua regolamentazione.
Un altro nome che circola nel mondo dell’energia cattolica e che recentemente è salito agli onori della cronaca è quello di Pippo Ranci, presidente del consiglio di Sorveglianza di A2a salito agli onori della cronaca per la polemica su Epcg, controllata montenegrina che avrebbe causato ad A2a un impatto pari a 70 milioni di euro di cui 41 per svalutazioni e 29 per perdita di esercizio come affermato dalla trasmissione tv “Report”. Ranci ha replicato osservando che: “Un accordo politico per investire in Montenegro ci sarà pure stato, ma quelli di Epcg sono asset pregiati, è un’operazione che ha il suo perché visto che in Italia è sempre più difficile costruire nuovi impianti idroelettrici”.
Ecco, questo è il Grande Problema della politica italiana: che cosa verrà dopo Monti, queste le incognite da risolvere (una dovrà essere risolta dagli italiani col voto, forte astensione permettendo). Ma l’endorsement della Chiesa (vedi Prima Parte) resta per Monti. Che faccia bis, e alla svelta.
SUL CORPO DI CUCCHI “C’È SANGUE DAPPERTUTTO”
Le parole scritte nero su bianco dalla sorella Ilaria: “Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio”
Riportiamo di seguito l’articolo della sorella di Stefano Cucchi, pubblicato su Huffington Post Italia:
Milano. Sant’Ambrogio. La città è deserta per la festa del patrono. Io e mio padre siamo qui in piedi all’Istituto di medicina legale mentre professori consulenti e periti osservano al microscopio il corpo di mio fratello.
E’ la riunione dove si esaminano i prelievi effettuati sulla colonna vertebrale di Stefano. L’ultima prima della perizia che verrà consegnata il prossimo 12 dicembre, in vista dell’udienza in Corte di Assise nell’aula bunker di Rebibbia che sarà celebrata il prossimo 19 dicembre. L’atmosfera è tesa.
Vedo le espressioni soddisfatte dei miei consulenti e percepisco l’imbarazzo di altri. “C’è sangue dappertutto“, dicono i miei consulenti, alcuni annuiscono, altri tacciono.
Le ossa della colonna vertebrale di mio fratello sono piene di sangue, il quale invade anche il canale midollare. Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio. l3, l5, s4 sono sigle che vogliono dire fratture, che vogliono dire dolore, che vogliono dire sofferenza, che vogliono dire morte.
Io lo vedo mio fratello in quelle condizioni, e osservo mio padre di fianco a me col cappotto, con le mani in tasca e lo sguardo basso perso nel vuoto.
Uno dei miei consulenti polemicamente si rivolge a qualcuno e dice: “l5 non è una frattura da bara, vero professore?”. “Non è una frattura da bara, vero professore?”, ripete più volte. Il professore è in imbarazzo, ha lo sguardo basso e ammette : “E’ vero, non lo è”.
Ora, se si vuol dare la colpa soltanto ai medici per quanto è successo al Pertini, sostenendo che le botte non c’entrano, bisogna affermare che se Stefano si fosse ricoverato per sbaglio il 17 ottobre stendendosi da solo su quel letto, sarebbe morto comunque e nello stesso modo.
Oppure occorre sostenere che un malato defedato, in pessime condizioni di salute, puó essere indifferente a traumi e fratture alla colonna vertebrale che gli vengano procurati prima della sua morte.
Siamo qui io e mio padre e il pensiero è unico. Quanta fatica ci chiede lo Stato per dover dimostrare ciò che è ovvio per tutti.
Ballarò | Tecniche di disinformazione di massa
Pubblicato in data 05/dic/2012
Questo è un piccolo esempio, di come infilano in un servizio una notizia palesemente FALSA.
Ogni giorno piccole menzogne, scorrono sugli schermi TV
…e come tante piccole gocce costruiscono la disinformazione di massa!
SPEGNI LA TV, NUOCE GRAVEMENTE ALLA TUA INFORMAZIONE
LA GABANELLI DICE LA SUA SULLA LISTE PULITE
“Non succede in nessun paese civile una cosa di questo genere”
Via libera al decreto “Liste Pulite”. I condannati in via definitiva a pene superiori ai due anni non potranno essere candidati al Parlamento italiano ed europeo, né potranno assumere incarichi di governo. E’ prevista l’incandidabilità al Parlamento italiano ed europeo per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone); per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato).
Fuori dalle liste anche chi ha riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni.
Dentro gli indagati, i condannati in primo grado anche a pene superiori ai 2 anni, i condannati in secondo grado in attesa del terzo grado di giudizio. Nel video, il pensiero della Gabanelli.
Di seguito i punti principali del testo, che sarà trasmesso alle Commissioni parlamentari per un parere obbligatorio:
1) INCANDIDABILITÀ ALLE CARICHE DI DEPUTATO, SENATORE E MEMBRO DEL PARLAMENTO EUROPEO.
Il decreto prevede l’incandidabilità al Parlamento italiano ed europeo per le seguenti categorie: – di coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone). – coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica Amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato) – coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni. Si tratta, in questo caso, di tutte le fattispecie criminose più gravi per le quali è anche possibile applicare la custodia cautelare in carcere e che, secondo un principio di ragionevolezza e proporzionalità nella limitazione dell’elettorato passivo, sono state individuate sulla base di un indicatore oggettivo, predeterminato, senza operare alcuna selezione nell’ambito di una lista di reati che potrebbe apparire arbitraria.
2) ACCERTAMENTO INCANDIDABILITÀ SOPRAVVENUTA
Il decreto prevede che l’accertamento d’ufficio della condizione di incandidabilità comporta la cancellazione dalle liste. Nel caso in cui la condanna definitiva per uno dei delitti ‘ostativi’ sopravvenga nel corso del mandato elettivo, le Camere deliberano ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione.
3) CAUSE OSTATIVE ALL’ASSUNZIONE E ALLO SVOLGIMENTO DI INCARICHI DI GOVERNO O PARLAMENTO
Le condizioni che determinano l’incandidabilità alla carica di deputato o senatore si applicano anche per l’assunzione e lo svolgimento delle cariche di Governo (Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, Vice Ministri, Sottosegretari, Commissari straordinari di Governo). Se la sentenza di condanna diventa definitiva durante il mandato, anche in questo caso si determina la decadenza dall’incarico.
4) DURATA DELL’INCANDIDABILITÀ
L’incandidabilità alla carica di senatore, deputato o parlamentare europeo ha effetto per un periodo corrispondente al doppio della durata della pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Anche in assenza della pena accessoria, l’incandidabilità non è inferiore a sei anni. Altrettanto vale per gli incarichi di Governo nazionale. In tutti i casi, se il delitto è stato commesso con abuso dei poteri o in violazione dei doveri connessi al mandato, la durata dell’incandidabilità o del divieto di incarichi di Governo è aumentata di un terzo.
5) INCANDIDABILITÀ IN CASO DI PATTEGGIAMENTO
Le norme sull’incandidabilità valgono anche quando la sentenza definitiva dispone l’applicazione della pena su richiesta (patteggiamento), ma in nessun caso l’incandidabilità può essere determinata da un patteggiamento intervenuto prima dell’entrata in vigore della nuova disciplina. La sentenza di riabilitazione è l’unica causa di estinzione anticipata sull’incandidabilità e ne comporta la cessazione per il periodo di tempo residuo.
6) INCANDIDABILITÀ ALLE CARICHE ELETTIVE REGIONALI E A QUELLE NEGLI ENTI LOCALI
Il decreto, conformemente alla sua natura di testo unico, reca anche norme sull’incandidabilitá degli amministratori regionali e locali, già disciplinata nel nostro ordinamento, provvedendo ad armonizzarne il contenuto con la nuova regolamentazione dell’istituto.
LISTE PULITE/ I tecnici salvano la Casta: ecco tutti i condannati ricandidabili
Sono solo cinque i parlamentari incandidabili che non potranno entrare nelle liste dopo ildecreto a cui il consiglio dei ministri ha appena dato il via libera. In diciannove si salvano e tra questianche il senatore Pdl Marcello Dell’Utri, Umberto Bossi, Paolo Cirino Pomicino, Gianni De Michelis, Roberto Maroni e Giorgio La Malfa. Praticamente buona parte della casta che rischiava altrimenti diessere rottamata. Potere del governo tecnico.
di Viviana Pizzi
Più che decreto liste pulite sembra essere unalegge “grazia condannati” quella a cui il Consigliodei Ministri ha appena dato il via. Infatti il testolegislativo è legato a sentenze definitive dicondanna per delitti non colposi.
Cosa prevede nei fatti?
L’incandidabilità al Parlamento italiano ed Europeo(che vale anche per le cariche di governo) vale percoloro che hanno riportato condanne definitive apene superiori a due anni di reclusione per i delitticonsumati o tentati di maggiore allarme sociale come reati di mafia, terrorismo e tratta dipersone. Sono inseriti anche i reati contro la pubblica amministrazione : corruzione,concussione e peculato. Cambia la musica nei confronti di chi ha riportato condanne definitive apene superiori ai due anni per delitti colposi consumati o tentati per i quali sia prevista la penadella reclusione non inferiore ai quattro anni.
L’incandidabilità durerà per il doppio dellapena prevista: chi si trova a dover scontarecinque anni di reclusione non potrà candidarsi per dieci anni. In assenza dellapena accessoria comunque la durata del provvedimento durerà non meno di seianni. Il testo inoltre prevede che l’accertamento d’ufficio della condizione di incandidabilità comporta l’esclusione automatica dalle liste del soggetto segnalato. Nel caso in cui la condanna definitiva per uno dei delitti ‘ostativi’ sopravvenga nel corso del mandato elettivo, le Camere deliberano ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione.
ECCO CHI SONO GLI EFFETTIVI INCANDIDABILI
Cinque, tra deputati e senatori. E tutti del Pdl.
Il primo è il senatore Giuseppe Ciarrapico (conosciuto anche come editore delle testate del gruppo Oggi) condannato a tre anni per il crack da 70 miliardi della casina Valadier ed ad altri quattro e mezzo per il crack ambrosiano.
Sul capo del politico ci sono numerose altre inchieste tra le quali la distrazione di fondi per l’editoria e un processo per stalking a mezzo stampa dove la vittima è il direttore di Telemolise Manuela Petescia. Procedimenti giudiziari non ancora terminati.
Non potrà entrare in parlamento nemmeno Marcello De Angelis, condannato in via definitiva a cinque anni di carcere per banda armata e associazione sovversiva come dirigente e portavoce del gruppo neofascista Terza Posizione, di Antonio Tomassini condannato in via definitiva dalla Cassazione a 3 anni di reclusione per falso e Salvatore Sciascia condannato definitivamente a 2 anni e 6 mesi per aver corrotto alcuni ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza. E di Gianstefano Frigerio (deputato FI): condannato a Milano a oltre 6 anni di reclusione definitivi per le tangenti delle discariche (3 anni e 9 mesi, corruzione) e per altri due scandali di Tangentopoli (2 anni e 11 mesi per concussione, corruzione, ricettazione e finanziamento illecito).
Si tratta comunque di uno specchietto per le allodole perché anche se il decreto è applicato già da queste elezioni anche i quattro si potranno riabilitare presto. Ciarrapico ce la farà in quindici anni, De Angelis in dieci e gli altri due in sei. Per gli ultimi tre si tratta solo di due legislature. Forse data l’età avanzata l’unico che non rivedrà più il parlamento sarà proprio l’editore ciociaro.
MARCELLO DELL’UTRI CANDIDABILE
La beffa più grande riguarda Marcello Dell’Utri, altro senatore Pdl, che per poco si salva e potrà reinserirsi nelle liste politiche. La sua condanna definitiva riguarda i due anni per frode fiscale e false fatturazioni a Torino (false fatture Publitalia) e il patteggiamento di altri 6 mesi a Milano per altre vicende di false fatture Publitalia. Non abbastanza per finire nella lista nera delle persone che non possono più inserirsi nelle liste del suo partito e tentare una nuova scalata al parlamento.
Nonostante sul suo capo pendano numerose altre inchieste che lo terrebbero fuori dai giochi per molto tempo.
Tra queste il processo per concorso esterno in associazione mafiosa per il quale il 9 marzo 2012 la quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d’appello la sentenza di secondo grado che lo condannava a sette anni di reclusione. Il procedimento non è stato ancora fissato quindi per questo capo d’imputazione la condanna non è tuttavia definitiva. In primo grado lo ricordiamo era stato condannato a nove anni di reclusione.
Nelle motivazioni della sentenza di Cassazione, che non ha chiuso definitivamente il processo emerge che è probatoriamente dimostrato che Marcello Dell’Utri “ha tenuto un comportamento di rafforzamento dell’associazione mafiosa fino a una certa data favorendo i pagamenti a Cosa Nostra di somme non dovute da parte di Fininvest.” Ma va dimostrata l’accusa di concorso esterno per il periodo in cui il senatore di Forza Italia lasciò l’azienda per andare a lavorare tra il 1977 e il 1982.
La Corte ha ritenuto pienamente confermato l’incontro tra Berlusconi, Dell’Utri e i capimafia Francesco Di Carlo, Stefano Bontate e Mimmo Teresi raccontato dallo stesso Di Carlo.
C’è di più: nelle 146 pagine di motivazioni, la suprema Corte parla “senza possibilità di valide alternative di un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell’Utri che, di quella assunzione, è stato l’artefice grazie anche all’impegno specifico profuso da Cinà.
Tutto questo evidentemente non basta per evitare che si possa candidare. Non bastano indagini che vanno avanti dal 1994. Le sentenze devono essere definitive e in questo caso non lo sono.
TUTTI I CONDANNATI CANDIDABILI
Non solo Marcello Dell’Utri potrà partecipare senza ombra di dubbio come candidato alle prossime elezioni politiche. Di parlamentari con sentenze definitive ce ne sono anche altri che hanno subito condanne “minori” di quelle previste dal decreto.
Ecco l’elenco completo dei diciotto condannati definitivi che potranno tornare nelle liste.
Massimo Maria Berruti (deputato pdl): condannato in via definitiva a 8 mesi per favoreggiamento nel processo tangenti Guardia di Finanza.
Alfredo Biondi (deputato pdl): 2 mesi patteggiati per evasione fiscale a Genova. La sentenza di condanna a suo tempo resa dal tribunale di Genova nei confronti di Alfredo Biondi è stata revocata in data 28 settembre 2001 per intervenuta abrograzione del reato.
Vito Bonsignore (eurodeputato Udc): 2 anni definitivi per tentata corruzione appalto ospedale Asti.
Nella rete finisce anche Umberto Bossi (eurodeputato e segretario Lega Nord): 8 mesidefinitivi per tangente Enimont.
Giampiero Cantoni (senatore Pdl): Come ex presidente della Bnl in quota Psi è stato inquisito e arrestato per corruzione, bancarotta fraudolenta e altri reati, ha patteggiato pene per 2 anni e risarcito 800 milioni.
Enzo Carra (deputato Pd): 1 anno e 4 mesi definitivi per false dichiarazioni al pm su tangente Enimont.
Paolo Cirino Pomicino (eurodeputato Udeur): 1 anno e 8 mesi definitivi per finanziamento illecito tangente Enimont, 2 mesi patteggiati per corruzione per fondi neri Eni.
Antonio Del Pennino (senatore Pdl): 2 mesi e 20 giorni patteggiati per finanziamento illecito Enimont; 1 anno 8 mesi e 20 giorni patteggiati per i finanziamenti illeciti della metropolitana milanese.
Gianni De Michelis (eurodeputato Socialisti Uniti per l’Europa): 1 anno e 6 mesipatteggiati a Milano per corruzione per le tangenti autostradali del Veneto. 6 mesi patteggiati per finanziamento illecito Enimont.
Walter De Rigo (senatore Pdl): 1 anno e 4 mesi patteggiati per truffa ai danni del ministero del Lavoro e della Cee per 474 milioni di lire in cambio di falsi corsi di qualificazione professionale per la sua azienda.
Giorgio Galvagno (deputato Pdl): ex sindaco socialista di Asti, nel ’96 ha patteggiato 6 mesi e 26 giorni di carcere per inquinamento delle falde acquifere, abuso e omissione di atti ufficio, falso ideologico, delitti colposi contro la salute pubblica (per l’inquinamento delle falde acquifere) e omessa denuncia mdei responsabili della Tangentopoli astigiana nello scandalo della discarica di Vallemanina e Valleandona (smaltimento fuorilegge di rifiuti tossici e nocivi in cambio di tangenti).
Lino Jannuzzi (senatore Pdl): condannato definitivamente a 2 anni e 4 mesi per diffamazioni varie, è stato graziato dal capo dello Stato proprio mentre stava per finire in carcere.
Giorgio La Malfa (deputato Pri, ministro Politiche comunitarie): condanna definitiva a 6 mesi e 20 giorni per finanziamento illecito Enimont.
Roberto Maroni (deputato Lega Nord): condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorniper resistenza a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano.
Augusto Rollandin (senatore Union Valdôtaine-Ds): ex presidente della giunta regionale Valle d’Aosta è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione nel ’94 a 16 mesi di reclusione, 2 milioni di multa e risarcimento dei danni alla Regione per abuso d’ufficio: favorí una ditta “amica” nell’appalto per la costruzione del compattatore di rifiuti di Brissogne. Dichiarato decaduto dalla Corte d’appello di Torino, in quanto “ineleggibile”, nel 2001 si candida al senato con l’Union Valdotaine, i Ds e i Democratici.
Vittorio Sgarbi (deputato pdl): 6 mesi definitivi per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, cioè del ministero dei Beni culturali.
Rocco Salini (gruppo misto) condannato in Cassazione a un anno e 4 mesi per falso ideologico.
Calogero Sodano (senatore Udc): già sindaco di Agrigento, condannato definitivamente a 1 anno e 6 mesi per abuso d’ufficio finalizzato a favorire i costruttori abusivi in cambio di favori elettorali. Egidio Sterpa (deputato FI): condannato a 6 mesi definitivi per tangente Enimont.
Vincenzo Visco (deputato Pd): Condannato definitivamente dalla Cassazione nel 2001 per abusivismo edilizio, per via di alcuni ampliamenti illeciti nella sua casa a Pantelleria: 10 giorni di arresto e 20 milioni di ammenda. Piú l’“ordine di riduzione in pristino dei luoghi”. Cioè la demolizione delle opere abusive.
Alfredo Vito (deputato Pdl): 2 anni patteggiati e 5 miliardi restituiti per 22 episodi di corruzione a Napoli.
Tutti nomi di peso tra cui anche segretari nazionali di partito. Ci si chiede a questo punto a chi serva questo decreto liste pulite se fatto in questo modo inibisce solo cinque parlamentari. E perché non si sia impedito di entrare nelle liste anche ai condannati in primo o secondo grado per poi riabilitarli in caso di assoluzione definitiva dal giorno dopo. Fatto così il decreto sa di beffa.
Scritto da Viviana Pizzi |
Venerdì 07 Dicembre 2012 15:38 |
Preferenze espresse ai candidati per la circoscrizione Puglia
Elenco dei candidati per la circoscrizione Puglia
COGNOME | NOME | ETÀ | CITTÀ | PROFESSIONE | NUMERO DI VOTI |
1
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Buccarella | Maurizio | 48 | Lecce | Libero professionista | 290 |
2
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D’ambrosio | Giuseppe | 34 | Andria | Altra professione | 243 |
3
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Ciampolillo | Alfonso | 41 | Bari | Impiegato | 174 |
5
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De lorenzis | Diego | 33 | Lecce | Impiegato | 128 |
8
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Buccarella | Tiziana | 56 | Lecce | Impiegato | 97 |
11
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Furnari | Alessandro | 36 | Taranto | Libero professionista | 88 |
21
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Moretto | Sebastiano | 32 | Galatone | Dipendente pubblico | 48 |
24
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Fago | Alberto maria | 33 | Taranto | Disoccupato | 41 |
25
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Di clemente | Giovanni | 53 | Trani | Artigiano | 38 |
32
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Castrovilli | Pierangelo | 56 | Taranto | Commerciante/negoziante | 34 |
35
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Gadaleta | Massimiliano | 36 | Castellaneta marina | Impiegato | 24 |
37
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De pasquale | Francesco | 28 | Taranto | Studente | 24 |
44
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Rizzo | Andrea salvatore | 35 | Nardò | Dipendente pubblico | 15 |
46
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Germinario | Giorgio | 33 | Trani | Imprenditore | 14 |
48
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Tortorella | Antonio | 45 | Lecce | Impiegato | 11 |
49
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Falconieri | Alessandro | 31 | Nardò | Libero professionista | 11 |
52
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Pellegrino | Salvatore antonio | 48 | Galatone | Dipendente pubblico | 7 |
58
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Penza | Antonio davide | 48 | Lequile | Libero professionista | 4 |
Ho votato alle Parlamentarie a Cinque Stelle: come funzionano le elezioni digitali di Grillo
Le primarie del MoVimento sono il primo esperimento nazionale di voto via web. Possono partecipare solo gli iscritti al portale nell’arco dei quattro giorni previsti. Le preferenze espresse non possono essere revocate. Sul web e sul blog l’iniziativa solleva apprezzamenti, ma non mancano polemiche e domande: chi controlla?
di TIZIANO TONIUTTI
UN DATO per le cronache: il primo esperimento di voto digitale su scala nazionale in Italia appartiene al MoVimento 5 Stelle. Un test a numero chiuso, certo, riservato agli iscritti al portale della “Non associazione” di cittadini che ha per capo politico Beppe Grillo. Ma che rappresenta il primo test sulla possibilità di coinvolgimento della società in forme nuove rese possibili dalla tecnologia, anche su scala nazionale, dopo le sperimentazioni su scala locale già avviate nel nostro Paese. La macchina internet messa a punto da Gianroberto Casaleggio (che lunedì ha incontrato Michael Slaby, lo stratega web di Obama in visita in Italia) si è dimostra potente ed efficiente, nel raccogliere entusiasmi ma anche dubbi e polemiche. Almeno nelle prime tre giornate: nella quarta, il sito del Movimento ha risentito diun probabile eccesso di traffico.
La piattaforma: successi e problemi. Le “Parlamentarie”, come vengono definite le primarie dei candidati al Parlamento sul sito di Grillo, funzionano su una piattaforma web raggiungibile dagli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 30 settembre 2012. Nessuno
che non sia registrato al sito può quindi votare, un sistema del tutto simile alla registrazione degli elettori per le primarie “cartacee” del Pd, replicato nel dominio digitale. Abbiamo provato il sistema tra martedì e mercoledì, non riscontrando nessuno dei malfunzionamenti segnalati da alcuni utenti, mentre nella giornata di giovedì l’accesso al sito è risultata particolarmente difficile. L’account utilizzato per votare è stato registrato alcuni anni fa, e nel video le preferenze espresse in fase di voto sono state oscurate.
Come funzionano le “Parlamentarie”. Le primarie sul web del M5S sembrano incarnare l’opposto matematico del “Porcellum”, l’attuale legge elettorale per le elezioni politiche in Italia: nessun candidato imposto dall’alto, se non per il vincolo di essersi presentati in una lista a 5stelle in precedenza. Per quattro giorni, gli aventi diritto possono votare “dal basso” i candidati al Parlamento espressi dal Movimento, in un elenco relativo alla circoscrizione di appartenenza.
Una volta effettuato l’accesso, l’elettore digitale si troverà di fronte una lista di candidati con relativi profili, idee, foto e video. A questo punto, cliccando sul pulsante di voto si possono esprimere tre preferenze, nell’arco dei quattro giorni previsti. Il voto espresso non è revocabile: una volta scelto il candidato e cliccato sul pulsante di voto, operazione che si conferma con un secondo clic, la preferenza è acquisita dal sistema in via definitiva.
VIDEO: PARLAMENTARIE 1) LA SCELTA – 2) IL VOTO
Risultati e opinioni. I risultati delle Parlamentarie adovrebbero essere resi noti il 7 dicembre, salvo imprevisti nel conteggio, che non dovrebbero sussistere essendo lo spoglio dei voti gestito dalla piattaforma completamente in digitale.
Sul web la reazione al funzionamento delle Parlamentarie è mista: all’entusiasmo per l’esperimento si contrappongono le critiche sulla metodologia di sicurezza e sulla gestione dei dati sensibili.
Le polemiche e le domande non mancano sul fronte politico, che inevitabilmente sul web incontra quello tecnico: chi controlla i controllori? Chi certifica che lo spoglio del voto sia corretto? Chi è l’amministratore del portale e dove è fisicamente il server che lo ospita? Chi ha accesso alle informazioni sensibili e come vengono scelti gli amministratori? E nel caso di controversie o ricorsi chi e come deciderà? E poi, un quesito spinoso per il MoVimento: quale sarà la struttura di comunicazione che sarà destinataria dei fondi dei gruppi parlamentari?
Alcuni utenti hanno poi lamentato un malfunzionamento che avrebbe consentito di votare più delle tre preferenze previste, e sono stati riscontrati problemi nell’invio delle email per avvisare dell’abilitazione al voto, mai arrivate a molti iscritti, anche se una volta collegati al portale la procedura di voto è risultata regolarmente funzionante. Dal M5S rispondono che “per cause non note, alcuni indirizzi email @gmail.com non stanno ricevendo le indicazioni per poter votare online le “Parlamentarie”. Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle abilitati al voto possono utilizzare le istruzioni pubblicate sul portale”.
(06 dicembre 2012)
Grillo annuncia i primi risultati delle Parlamentarie
Dopo quattro giorni concluse le “Parlamentarie”, le votazioni per le liste dei candidati a 5 Stelle per il Parlamento italiano. I voti disponibili erano circa 95.000 per 1.400 candidati presenti in tutte le circoscrizioni elettorali incluse quelle estere. Beppe Grillo: “Sembra ci siano più donne che uomini”. “Domani avrete nomi, cognomi, curriculum. Li conoscerete tre mesi prima delle elezioni, questo non è mai successo”. “Abbiamo rifiutato 100 milioni di soldi pubblici”
Vedi il filmato: Grillo annuncia i primi risultati delle Parlamentarie
Smaltimento rifiuti a Brindisi – Discarica Servizio Soccorso senza facoltà d’uso fino al 5 dicembre
LUNEDÌ 3 DICEMBRE 2012
Oggi, 03 DICEMBRE 2012, è stata protocollata l’ordinanza della Regione Puglia n° 3 del 30/11/2012 al Comune di Conversano, che ha come oggetto: il ciclo di trattamento dei rifiuti prodotti dai Comuni ex ATO BA/5. Delocalizzazione delle attività di smaltimento. Notifica.
Dunque, fino al 5 dicembre, la discarica di servizio soccorso non ha facoltà d’uso e i rifiuti da prodotti dal bacino di 21 comuni, ATO BA5, andranno ad essere smaltiti a Brindisi, in contrada Autigno.
1° pagina dell’ordinanza regionale |
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fonte: Comitato Riprendiamoci il futuro