5stellenoci

Home » 2012 » dicembre

Monthly Archives: dicembre 2012

Grillo, che modi!!!

Ma che modi sono questi: espellere due persone dal MoVimento solo perchè sono andati in TV o hanno parlato male dello stesso? Hanno solo non rispettato delle regole di un gruppo del quale hanno liberamente deciso di fare parte! hanno parlato male del MoVimento al quale hanno deciso liberamente di aderire!  Incavolarsi per gente che non rispetta le regole è proprio fuori luogo!!!!

Mica l’incazzoso Umberto Bossi ha fatto una sparata del genere al suo trota per aver speso parte del patrimonio consiliare per un localizzatore di autovelox o aperitivi o  due spazzolini con nome !

Avete mai visto qualcuno incazzarsi con le banche per il denaro evaso, denaro sufficiente a compensare l’introito che ci si aspetta dall’IMU? Qualcuno si incazza se poi la stessa somma di denaro viene versata a una banca per evitarne il fallimento?

Paese strano il nostro: se alzi la voce per sottolineare errori passi per un dittatore, per uno antidemocratico e degli errori… quali errori? Se degli errori se ne parla nei telegiornali, subito dopo aver parlato dell’ennesima presenza di B. in TV e subito prima dei consigli per la dieta post pranzi natalizi, allora va bene. Peccato però che dopo il telegiornale tutti andranno a correre per smaltire il cibo e nessuno si ricorderà di un aperitivo di € 830,00 di un consigliere regionale della lombardia; aperitivo, ovviamente, consumato in nome del bene pubblico e quindi da portare come rimborso spese della propria carica pubblica.

Si, uno strano paese

Berlusconi scomunicato da Cei e Vaticano

Come Affaritaliani.it scrive da qualche mese, la Cei è a favore del Monti bis. La conferma è arrivata ieri, quando il cardinale Angelo Bagnasco ha abbandonato Berlusconi: “Non si può mandare in malora i sacrifici di un anno”, ha detto. Oggi tocca al direttore dell’Osservatore Romano, il bertoniano Gian Maria Vian (vicinissimo al Papa), porre fine al feeling quasi ventennale tra prelati e Cavaliere e guardare a Bersani e Grillo. Il cattogiocattolo si è rotto nel 2009 col caso Boffo. E oggi la Chiesa non guarda più a Sua Emittenza. Con questa legge elettorale gli equilibri saranno incerti: governo a guida Bersani oppure grosse koalition con un Monti bis?

Un tema centrale sarà quello dell’energia. “Da sempre i cattolici hanno avuto un ruolo forte in questo settore”, spiega ad Affari una fonte bene informata. Uno dei nomi più gettonati è quello di Enrico Letta. Per lui si ipotizza un posto di responsabilità come Ministro dello Sviluppo. Ma si parla anche di Pippo Ranci, presidente del consiglio di Sorveglianza di A2a…

Martedì, 11 dicembre 2012 – 11:07:00

di Antonino D’Anna

 

Il “gran rifiuto”, per dirla con Dante, è stato reso pubblico ieri dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani.Parlando col Corriere della Sera, ha detto chiaro e tondo: “Non si può mandare alla malora i sacrifici di un anno”, esplicitando quello che Affaritaliani ha scritto più volte negli ultimi mesi. La CEI appoggia un Monti bis, perché il Professore è l’unico che può dare garanzie di solidità. Lo dice il cardinale stesso: “Fino a quando ce la farà l’Italia? Un anno fa il problema era di metterla in sicurezza dentro una crisi di sistema che era stata sottovalutata per troppo tempo e di fronte a una classe politica incapace di riforme effettive, spesso solo annunciate”.

LA CEI PER MONTI. COME AFFARI DICE DA TEMPO- A conferma di quanto abbiamo scritto: ai vescovi italiani questa politica non piace. Poi Bagnasco difende Mario Monti: “Nel frattempo il governo tecnico ha messo al riparo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose. Non si può mandare in malora i sacrifici di un anno, che sono ricaduti spesso sulle fasce più fragili. Ciò che lascia sbigottiti è l’irresponsabilità di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciando”. Scegliete voi, insomma, i nomi e cognomi che più vi aggradano. E infine: “E si conferma la radice di una crisi che non è solo economica e sociale, ma culturale e morale. Per troppo tempo i partiti sono stati incapaci di pervenire a decisioni difficili e a parlare il linguaggio della franchezza e non quello della facile demagogia”.

CORSA AL MONTI BIS- Una scomunica in piena regola, seguita dalla benedizione del Monti bis che piace tanto ai vescovi: “Sarebbe un errore in futuro non avvalersi di chi ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro Paese in campo europeo e internazionale evitando di scivolare verso situazioni irreparabili”. I lettori possono da soli dare nome e volto a chi, secondo loro, non ha invece contribuito – secondo Bagnasco – “in modo rigoroso e competente” alla credibilità del paese in campo europeo e internazionale.

bagnasco (1)

 

LA SCOMUNICA VATICANA- Come se non bastasse, stamattina il Corriere annuncia la seconda scomunica, stavolta di area bertoniana e che dunque arriva proprio dalla Segreteria di Stato vaticana. A parlare è Gian Maria Vian, il direttore dell’Osservatore Romano e molto vicino al cardinale Tarcisio Bertone, ora “numero tre” del Vaticano (sì, sarebbe il due ma la recente nomina di don Georg Gaenswein, segretario del Papa, a Prefetto della Casa Pontificia ha reso il discreto Georg il collaboratore più vicino e influente del Papa). Vian non le manda a dire: c’è un rischio demagogia evidente che chiaramente non aiuta il paese. E, seguendo la linea Bagnasco, benedice il Monti Bis: “Il presidente Monti – dice a Gian Guido Vecchi del Corriere – è stato chiamato a servire il Paese in prima linea e in un momento difficilissimo. E lo ha fatto in modo esemplare, con lo stile del civil servant che guarda al suo paese con uno sguardo ancora più ampio, perché un uomo della sua esperienza tiene conto, come lo stesso Napolitano, del contesto europeo e internazionale”. Vian parla anche di Beppe Grillo, ma non lo nomina: “Anche i segnali della cosiddetta antipolitica andrebbero letti con più attenzione. Al di là del qualunquismo, è indubbia una richiesta di cambiamento. Del resto abbiamo registrato il segnale diverso arrivato dalle primarie del centrosinistra, una forte partecipazione che è stata notata dagli osservatori internazionali”. Endorsement a Pierluigi Bersani e Grillo? Non sembra. Però è segno di un’attenzione che va lentamente crescendo da Oltretevere.

FINE DI UN’ERA- Insomma, con queste due prese di posizione abbiamo assistito al funerale di un ventennio che ha visto quantomeno la CEI vicina alle posizioni del Cavaliere e del suo modo di fare politica. L’uomo che si presentò nel 1994 come un buon cattolico (anche se divorziato risposato), con tanto di zia suora, non è più quello che piaceva al cardinale Camillo Ruini prima e poi, nei primi anni Duemila, al suo successore Bagnasco. Il giocattolo si è rotto al tempo degli scandali sessuali di Berlusconi (siamo nel 2009), quando l’allora direttore di Avvenire Dino Boffo ha espresso le perplessità dei vescovi sul comportamento pubblico e privato dell’allora premier. Il risultato fu il caso Boffo, con accuse (poi rivelatesi infondate) lanciate contro il direttore di Avvenire dal “Giornale” (di proprietà del fratello di Berlusconi, Paolo) da Vittorio Feltri. Finì in una bolla di sapone, ma Boffo oggi non dirige più il giornale dei vescovi italiani, affidato adesso a Marco Tarquinio. E qualcuno nel PDL sussurra che tutto quel rumore non sia stato per nulla, ma una sorta di messaggio ai cattolici berlusconiani: attenzione, non ci siete solo voi a dire la vostra sulle questioni etiche e morali (si usciva allora dal caso di Eluana Englaro e si iniziava a discutere di una possibile legge sul fine vita, ad oggi non ancora realtà). Poi è venuto il governo Monti, nel quale siedono cinque ministri espressione del Gruppo Etica e Finanza di Angelo Caloia (ex presidente IOR) e Giovanni Bazoli (nella proprietà del Corriere): Piero Giarda, Elsa Fornero (sì, proprio lei, detta “la zia Elsa”), Lorenzo Ornaghi, Andrea Riccardi, Corrado Passera. Adesso è tempo di Monti Bis. Che verrà, specie se a PalazzoPigi, come lo chiamano adesso dalle parti del Nazareno, Pierluigi Bersani non riuscirà a trovare la maggioranza  al Senato. E sempreché Matteo Renzi, CL e l’energia non influenzino posti chiave del futuro governo…

Adesso bisogna pensare al domani, che si muove su due scelte: o un governo a guida Partito Democratico targato Pierluigi Bersani, oppure un governissimo che sarà il Monti Bis. Una cosa è certa: nel Partito Democratico sono in tanti a scaldare i motori a guardare al futuro. E il futuro è anche dei cattolici.

CATTOPIDDI’ IN FERMENTO- Commenta una fonte cattopiddì sentita da Affaritaliani: “Prima di parlare di un futuro governo guidato da Bersani, dobbiamo fare una premessa. Matteo Renzi, con il 40% preso alle primarie contro il segretario, non ha affatto indebolito i cattolici democratici. Anzi, ha dimostrato che ci siamo e siamo un mondo che tiene botta”. E aggiunge: “Se a Renzi va bene, alle prossime elezioni arriveranno in parlamento almeno una quarantina di deputati vicini a lui. E non è tutto: qui si parla di un posto per lui nel prossimo governo, oppure Roberto Reggi”. Reggi, ex sindaco di Piacenza, è stato il coordinatore della campagna elettorale del sindaco di Firenze in queste primarie e, particolare non da poco, è vicino a Comunione e Liberazione. Già sostenitore di Enrico Letta alla primarie nazionali del 2007 per la Segreteria PD, Reggi si è mosso con discrezione al seguito di Renzi.

RENZI E CL, APPARTENENZA PARTICOLARE?- E veniamo alla seconda affermazione della fonte, che dice: “Dopo le primarie, CL si è interessata a Renzi ed al risultato che ha raggiunto. È una simpatia recente che al Nazareno si dice sia frutto di un piccolo particolare: il sindaco di Firenze, ma questo non so fino a che punto sia vero, sarebbe vicino al movimento di don Giussani. C’è chi parla addirittura di una ‘appartenenza particolare’ di Renzi, ma non so fino a che punto questo sia vero”. Vicinanza o no, ecco che cosa diceva all’Espresso nel 2009 (fonte: http://www.avisoaperto.it/?p=2346) rispondendo alla domanda se fosse sostenuto da CL per la corsa alla città del Giglio: “Io pensavo e speravo di più. Ma il presidente della Compagnia delle opere ha scelto di non andare a votare. Il mio amico, capo delle scuole cattoliche Francesco Neri, idem. E stiamo parlando di rapporti fraterni. Trovo stravagante l’atteggiamento della sinistra verso la Compagnia. L’unico politico che ha chiuso il meeting di Rimini si chiama Pierluigi Bersani. Se Bersani può parlare con la Cdo, non vedo perché non ci possa parlare qualcun altro”. Nemmeno nel corso di queste primarie CL avrebbe parlato con Renzi, ma sembra che il 40% abbia convinto molti ciellini a prendere in considerazione la sua corrente. A maggior ragione adesso che i comitati per Renzi non chiuderanno i battenti. Bersani, che pure al Meeting di CL è sempre stato bene accolto e ha sempre avuto un ottimo rapporto col movimento di don Giussani, ci pensi.

BERSANI O MONTI?- La prima incognita del problema è qua. Se Bersani vincerà le elezioni e farà il governo, dicono ad Affari dal Nazareno, ai renziani bisognerà dare spazio e quindi per il sindaco di Firenze potrebbe arrivare un’offerta molto interessante. Discorso diverso nel caso in cui, come alcuni sondaggi ipotizzano, il Centrosinistra riuscirà a vincere agevolmente alla Camera ma non otterrà la maggioranza al Senato oppure avrà un appoggio molto risicato. Insomma, un incubo simile a quello che dovette affrontare Romano Prodi nel 2006 quando per la seconda volta si ritrovò al timone di Palazzo Chigi e dovette contare sulla salute (precaria) dei senatori a vita, spesso determinanti per le votazioni di fiducia e non sempre in ottime condizioni fisiche. In questo caso, dicono ad Affari: “Ci vorrà un governissimo. Sarebbe ripescato Monti e si potrebbe pensare ad un governo con personalità sia a destra che a sinistra e qualche tecnico (o l’Economia direttamente in mano a Monti)”. Una prospettiva sulla quale ricade la seconda incognita, quella energetica.

INCOGNITA ENERGETICA- La nostra fonte spiega infatti: “Da sempre i cattolici hanno avuto un ruolo molto forte. Enrico Mattei con l’Eni, l’Enel che fu figlia della nazionalizzazione voluta dai cattolici, insomma l’energia ha ancora un ruolo molto forte nella politica italiana e nel prossimo parlamento si vedrà”. Un’altra realtà che si sta affermando è quella del cattolico Valter Ferrarini, direttore Finanziario di X3Energy, che cura anche un blog chiamato Experto nel quale riflette sull’energia. E parlando di giovani cattolici, uno dei nomi che si fanno (tra i più gettonati) è quello di Enrico Letta (nipote del felpatissimo Gianni, eminenza grigia di Silvio Berlusconi). Per lui si potrebbe ipotizzare un posto di responsabilità come Ministro dello Sviluppo dopo Corrado Passera. Non è tutto: il giovane Letta ha sempre avuto un occhio lungo sul mercato energetico e sulla sua regolamentazione.

Un altro nome che circola nel mondo dell’energia cattolica e che recentemente è salito agli onori della cronaca è quello di Pippo Ranci, presidente del consiglio di Sorveglianza di A2a salito agli onori della cronaca per la polemica su Epcg, controllata montenegrina che avrebbe causato ad A2a un impatto pari a 70 milioni di euro di cui 41 per svalutazioni e 29 per perdita di esercizio come affermato dalla trasmissione tv “Report”. Ranci ha replicato osservando che: “Un accordo politico per investire in Montenegro ci sarà pure stato, ma quelli di Epcg sono asset pregiati, è un’operazione che ha il suo perché visto che in Italia è sempre più difficile costruire nuovi impianti idroelettrici”.
Ecco, questo è il Grande Problema della politica italiana: che cosa verrà dopo Monti, queste le incognite da risolvere (una dovrà essere risolta dagli italiani col voto, forte astensione permettendo). Ma l’endorsement della Chiesa (vedi Prima Parte) resta per Monti. Che faccia bis, e alla svelta.

SUL CORPO DI CUCCHI “C’È SANGUE DAPPERTUTTO”

Le parole scritte nero su bianco dalla sorella Ilaria: “Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio”

ilariacucchi.jpg

Riportiamo di seguito l’articolo della sorella di Stefano Cucchi, pubblicato su Huffington Post Italia:

 

Milano. Sant’Ambrogio. La città è deserta per la festa del patrono. Io e mio padre siamo qui in piedi all’Istituto di medicina legale mentre professori consulenti e periti osservano al microscopio il corpo di mio fratello.

E’ la riunione dove si esaminano i prelievi effettuati sulla colonna vertebrale di Stefano. L’ultima prima della perizia che verrà consegnata il prossimo 12 dicembre, in vista dell’udienza in Corte di Assise nell’aula bunker di Rebibbia che sarà celebrata il prossimo 19 dicembre. L’atmosfera è tesa.

Vedo le espressioni soddisfatte dei miei consulenti e percepisco l’imbarazzo di altri. “C’è sangue dappertutto“, dicono i miei consulenti, alcuni annuiscono, altri tacciono.

Le ossa della colonna vertebrale di mio fratello sono piene di sangue, il quale invade anche il canale midollare. Ora non si potrà più negare che abbia subito un feroce pestaggio. l3, l5, s4 sono sigle che vogliono dire fratture, che vogliono dire dolore, che vogliono dire sofferenza, che vogliono dire morte.

Io lo vedo mio fratello in quelle condizioni, e osservo mio padre di fianco a me col cappotto, con le mani in tasca e lo sguardo basso perso nel vuoto.

Uno dei miei consulenti polemicamente si rivolge a qualcuno e dice: “l5 non è una frattura da bara, vero professore?”. “Non è una frattura da bara, vero professore?”, ripete più volte. Il professore è in imbarazzo, ha lo sguardo basso e ammette : “E’ vero, non lo è”.

Ora, se si vuol dare la colpa soltanto ai medici per quanto è successo al Pertini, sostenendo che le botte non c’entrano, bisogna affermare che se Stefano si fosse ricoverato per sbaglio il 17 ottobre stendendosi da solo su quel letto, sarebbe morto comunque e nello stesso modo.

Oppure occorre sostenere che un malato defedato, in pessime condizioni di salute, puó essere indifferente a traumi e fratture alla colonna vertebrale che gli vengano procurati prima della sua morte.

Siamo qui io e mio padre e il pensiero è unico. Quanta fatica ci chiede lo Stato per dover dimostrare ciò che è ovvio per tutti.

Ballarò | Tecniche di disinformazione di massa

 

Pubblicato in data 05/dic/2012

Questo è un piccolo esempio, di come infilano in un servizio una notizia palesemente FALSA.
Ogni giorno piccole menzogne, scorrono sugli schermi TV
…e come tante piccole gocce costruiscono la disinformazione di massa!

SPEGNI LA TV, NUOCE GRAVEMENTE ALLA TUA INFORMAZIONE

 

LA GABANELLI DICE LA SUA SULLA LISTE PULITE

“Non succede in nessun paese civile una cosa di questo genere”

Via libera al decreto “Liste Pulite”. I condannati in via definitiva a pene superiori ai due anni non potranno essere candidati al Parlamento italiano ed europeo, né potranno assumere incarichi di governo. E’ prevista l’incandidabilità al Parlamento italiano ed europeo per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone); per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato).
Fuori dalle liste anche chi ha riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni.

Dentro gli indagati, i condannati in primo grado anche a pene superiori ai 2 anni, i condannati in secondo grado in attesa del terzo grado di giudizio. Nel video, il pensiero della Gabanelli.

Di seguito i punti principali del testo, che sarà trasmesso alle Commissioni parlamentari per un parere obbligatorio:

1) INCANDIDABILITÀ ALLE CARICHE DI DEPUTATO, SENATORE E MEMBRO DEL PARLAMENTO EUROPEO.

Il decreto prevede l’incandidabilità al Parlamento italiano ed europeo per le seguenti categorie: – di coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone). – coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica Amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato) – coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni. Si tratta, in questo caso, di tutte le fattispecie criminose più gravi per le quali è anche possibile applicare la custodia cautelare in carcere e che, secondo un principio di ragionevolezza e proporzionalità nella limitazione dell’elettorato passivo, sono state individuate sulla base di un indicatore oggettivo, predeterminato, senza operare alcuna selezione nell’ambito di una lista di reati che potrebbe apparire arbitraria.

2) ACCERTAMENTO INCANDIDABILITÀ SOPRAVVENUTA

Il decreto prevede che l’accertamento d’ufficio della condizione di incandidabilità comporta la cancellazione dalle liste. Nel caso in cui la condanna definitiva per uno dei delitti ‘ostativi’ sopravvenga nel corso del mandato elettivo, le Camere deliberano ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione.

3) CAUSE OSTATIVE ALL’ASSUNZIONE E ALLO SVOLGIMENTO DI INCARICHI DI GOVERNO O PARLAMENTO

Le condizioni che determinano l’incandidabilità alla carica di deputato o senatore si applicano anche per l’assunzione e lo svolgimento delle cariche di Governo (Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, Vice Ministri, Sottosegretari, Commissari straordinari di Governo). Se la sentenza di condanna diventa definitiva durante il mandato, anche in questo caso si determina la decadenza dall’incarico.

4) DURATA DELL’INCANDIDABILITÀ

L’incandidabilità alla carica di senatore, deputato o parlamentare europeo ha effetto per un periodo corrispondente al doppio della durata della pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Anche in assenza della pena accessoria, l’incandidabilità non è inferiore a sei anni. Altrettanto vale per gli incarichi di Governo nazionale. In tutti i casi, se il delitto è stato commesso con abuso dei poteri o in violazione dei doveri connessi al mandato, la durata dell’incandidabilità o del divieto di incarichi di Governo è aumentata di un terzo.

5) INCANDIDABILITÀ IN CASO DI PATTEGGIAMENTO

Le norme sull’incandidabilità valgono anche quando la sentenza definitiva dispone l’applicazione della pena su richiesta (patteggiamento), ma in nessun caso l’incandidabilità può essere determinata da un patteggiamento intervenuto prima dell’entrata in vigore della nuova disciplina. La sentenza di riabilitazione è l’unica causa di estinzione anticipata sull’incandidabilità e ne comporta la cessazione per il periodo di tempo residuo.

6) INCANDIDABILITÀ ALLE CARICHE ELETTIVE REGIONALI E A QUELLE NEGLI ENTI LOCALI

Il decreto, conformemente alla sua natura di testo unico, reca anche norme sull’incandidabilitá degli amministratori regionali e locali, già disciplinata nel nostro ordinamento, provvedendo ad armonizzarne il contenuto con la nuova regolamentazione dell’istituto.

LISTE PULITE/ I tecnici salvano la Casta: ecco tutti i condannati ricandidabili

Sono solo cinque i parlamentari incandidabili che non potranno entrare nelle liste dopo ildecreto a cui il consiglio dei ministri ha appena dato il via libera. In diciannove si salvano e tra questianche il senatore Pdl Marcello Dell’Utri, Umberto Bossi, Paolo Cirino Pomicino, Gianni De Michelis, Roberto Maroni e Giorgio La Malfa. Praticamente buona parte della casta che rischiava altrimenti diessere rottamata. Potere del governo tecnico.

di Viviana Pizzi

Più che decreto liste pulite sembra essere unalegge “grazia condannati” quella a cui il Consigliodei Ministri  ha appena dato il via. Infatti il testolegislativo è legato a sentenze definitive dicondanna per delitti non colposi.

Cosa prevede nei fatti?

L’incandidabilità al Parlamento italiano ed Europeo(che vale anche per le cariche di governo) vale percoloro che hanno riportato condanne definitive apene superiori a due anni di reclusione per i delitticonsumati o tentati di maggiore allarme sociale come reati di mafia, terrorismo e tratta dipersone. Sono inseriti anche i reati contro la pubblica amministrazione : corruzione,concussione e peculato. Cambia la musica nei confronti di chi ha riportato condanne definitive apene superiori ai due anni per delitti colposi consumati o tentati per i quali sia prevista la penadella reclusione non inferiore ai quattro anni.

Bossi_Berlusconi_condannati_ricandidabiliL’incandidabilità durerà per il doppio dellapena prevista: chi si trova a dover scontarecinque anni di reclusione non potrà candidarsi per dieci anni. In assenza dellapena accessoria comunque la durata del provvedimento durerà non meno di seianni. Il testo inoltre prevede che l’accertamento d’ufficio della condizione di incandidabilità comporta l’esclusione automatica dalle liste del soggetto segnalato. Nel caso in cui la condanna definitiva per uno dei delitti ‘ostativi’ sopravvenga nel corso del mandato elettivo, le Camere deliberano ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione.

 

ECCO CHI SONO GLI EFFETTIVI INCANDIDABILI

Cinque, tra deputati e senatori. E tutti del Pdl.

Il primo è il senatore Giuseppe Ciarrapico (conosciuto anche come editore delle testate del gruppo Oggi) condannato a tre anni per il crack da 70 miliardi della casina Valadier ed ad altri quattro e mezzo per il crack ambrosiano.

Sul capo del politico ci sono numerose altre inchieste tra le quali la distrazione di fondi per l’editoria e un processo per stalking a mezzo stampa dove la vittima è il direttore di Telemolise Manuela Petescia. Procedimenti giudiziari non ancora terminati.

Non potrà entrare in parlamento nemmeno Marcello De Angelis, condannato in via definitiva a cinque anni di carcere per banda armata e associazione sovversiva come dirigente e portavoce del gruppo neofascista Terza Posizione, di Antonio Tomassini condannato in via definitiva dalla Cassazione a 3 anni di reclusione per falso e Salvatore Sciascia condannato definitivamente a 2 anni e 6 mesi per aver corrotto alcuni ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza. E di Gianstefano Frigerio (deputato FI): condannato a Milano a oltre 6 anni di reclusione definitivi per le tangenti delle discariche (3 anni e 9 mesi, corruzione) e per altri due scandali di Tangentopoli (2 anni e 11 mesi per concussione, corruzione, ricettazione e finanziamento illecito).

Si tratta comunque di uno specchietto per le allodole perché anche se il decreto è applicato già da queste elezioni anche i quattro si potranno riabilitare presto. Ciarrapico ce la farà in quindici anni, De Angelis in dieci e gli altri due in sei. Per gli ultimi tre si tratta solo di due legislature. Forse data l’età avanzata l’unico che non rivedrà più il parlamento sarà proprio l’editore ciociaro.

 

MARCELLO DELL’UTRI CANDIDABILE

La beffa più grande riguarda Marcello Dell’Utri, altro senatore Pdl, che per poco si salva e potrà reinserirsi nelle liste politiche. La sua condanna definitiva riguarda i due anni per frode fiscale e false fatturazioni a Torino (false fatture Publitalia) e il  patteggiamento di altri 6 mesi a Milano per altre vicende di false fatture Publitalia. Non abbastanza per finire nella lista nera delle persone che non possono più inserirsi nelle liste del suo partito e tentare una nuova scalata al parlamento.

Nonostante sul suo capo pendano numerose altre inchieste che lo terrebbero fuori dai giochi per molto tempo.

Tra queste il processo per concorso esterno in associazione mafiosa per il quale il 9 marzo 2012 la quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d’appello la sentenza di secondo grado che lo condannava a sette anni di reclusione. Il procedimento non è stato ancora fissato quindi per questo capo d’imputazione la condanna non è tuttavia definitiva. In primo grado lo ricordiamo era stato condannato a nove anni di reclusione.

Nelle motivazioni della sentenza di Cassazione, che non ha chiuso definitivamente il processo emerge che è probatoriamente dimostrato che Marcello Dell’Utri ha tenuto un comportamento di rafforzamento dell’associazione mafiosa fino a una certa data favorendo i pagamenti a Cosa Nostra di somme non dovute da parte di Fininvest.” Ma va dimostrata l’accusa di concorso esterno per il periodo in cui il senatore di Forza Italia lasciò l’azienda per andare a lavorare tra il 1977 e il 1982.

La Corte ha ritenuto pienamente confermato l’incontro tra Berlusconi, Dell’Utri e i capimafia Francesco Di Carlo, Stefano Bontate e Mimmo Teresi raccontato dallo stesso Di Carlo.

C’è di più: nelle 146 pagine di motivazioni, la suprema Corte parla “senza possibilità di valide alternative di un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell’Utri che, di quella assunzione, è stato l’artefice grazie anche all’impegno specifico profuso da Cinà.

Tutto questo evidentemente non basta per evitare che si possa candidare. Non bastano indagini che vanno avanti dal 1994. Le sentenze devono essere definitive e in questo caso non lo sono.

 

TUTTI I CONDANNATI CANDIDABILI

Non solo Marcello Dell’Utri potrà partecipare senza ombra di dubbio come  candidato alle prossime elezioni politiche. Di parlamentari con sentenze definitive ce ne sono anche altri che hanno subito condanne “minori” di quelle previste dal decreto.

Ecco l’elenco completo dei diciotto condannati definitivi che potranno tornare nelle liste.

Massimo Maria Berruti (deputato pdl): condannato in via definitiva a 8 mesi per favoreggiamento nel processo tangenti Guardia di Finanza.

Alfredo Biondi (deputato pdl): 2 mesi patteggiati per evasione fiscale a Genova. La sentenza di condanna a suo tempo resa dal tribunale di Genova nei confronti di Alfredo Biondi è stata revocata in data  28 settembre 2001 per intervenuta abrograzione del reato.

Vito Bonsignore (eurodeputato Udc): 2 anni definitivi per tentata corruzione appalto ospedale Asti.

Nella rete finisce anche Umberto Bossi (eurodeputato e segretario Lega Nord):  8 mesidefinitivi per tangente Enimont.

Giampiero Cantoni (senatore Pdl):  Come ex presidente della Bnl in quota Psi è stato inquisito e arrestato per corruzione, bancarotta  fraudolenta e altri reati, ha patteggiato pene per  2 anni e risarcito 800 milioni.

Enzo Carra (deputato Pd): 1 anno e 4 mesi definitivi per false dichiarazioni al pm su tangente Enimont.

Paolo Cirino Pomicino (eurodeputato Udeur): 1 anno e 8 mesi definitivi per finanziamento illecito tangente Enimont, 2 mesi patteggiati per  corruzione per fondi neri Eni.

Antonio Del Pennino (senatore Pdl): 2 mesi e 20 giorni patteggiati per finanziamento illecito Enimont; 1 anno 8 mesi e 20 giorni  patteggiati per i finanziamenti illeciti della metropolitana milanese.

Gianni De Michelis (eurodeputato Socialisti Uniti per l’Europa): 1 anno e 6 mesipatteggiati a Milano per corruzione per le tangenti autostradali del Veneto. 6 mesi patteggiati per finanziamento illecito Enimont.

Walter De Rigo (senatore Pdl): 1 anno e 4 mesi patteggiati per truffa ai danni del ministero del Lavoro e della Cee per 474  milioni di lire in cambio di falsi corsi di qualificazione professionale per la sua azienda.

Giorgio Galvagno (deputato Pdl): ex sindaco socialista di Asti, nel ’96 ha patteggiato 6 mesi e 26 giorni di carcere per  inquinamento delle falde acquifere, abuso e omissione di atti ufficio, falso ideologico, delitti colposi contro la salute pubblica (per l’inquinamento delle falde acquifere) e omessa denuncia  mdei responsabili della Tangentopoli astigiana nello scandalo della discarica di Vallemanina e Valleandona (smaltimento fuorilegge di rifiuti tossici e nocivi in cambio di tangenti).

Lino Jannuzzi (senatore Pdl): condannato definitivamente a 2 anni e 4 mesi per diffamazioni varie, è stato graziato dal capo dello Stato proprio mentre stava per finire in carcere.

Giorgio La Malfa (deputato Pri, ministro Politiche comunitarie): condanna definitiva a 6 mesi e 20 giorni per finanziamento illecito Enimont.

Roberto Maroni (deputato Lega Nord): condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorniper resistenza a pubblico ufficiale durante la  perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano.

Augusto Rollandin (senatore Union Valdôtaine-Ds): ex presidente della giunta regionale Valle d’Aosta è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione nel ’94 a 16 mesi di reclusione, 2 milioni di multa e risarcimento dei danni alla Regione per abuso d’ufficio: favorí una ditta “amica” nell’appalto per la costruzione del compattatore di rifiuti di Brissogne. Dichiarato decaduto dalla Corte d’appello di Torino, in quanto “ineleggibile”, nel 2001 si candida al senato con l’Union Valdotaine, i Ds e i Democratici.

Vittorio Sgarbi (deputato pdl): 6 mesi definitivi per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, cioè del ministero dei Beni culturali.

Rocco Salini (gruppo misto) condannato in Cassazione a un anno e 4 mesi per falso ideologico.

Calogero Sodano (senatore Udc): già sindaco di Agrigento, condannato definitivamente a 1 anno e 6 mesi per abuso d’ufficio finalizzato a favorire i costruttori abusivi in cambio di favori elettorali. Egidio Sterpa (deputato FI): condannato a 6 mesi definitivi per tangente Enimont.

Vincenzo Visco (deputato Pd): Condannato definitivamente dalla Cassazione nel 2001 per abusivismo edilizio, per via di alcuni ampliamenti illeciti nella sua casa a Pantelleria: 10 giorni di arresto e 20 milioni di ammenda. Piú l’“ordine di riduzione in pristino dei luoghi”. Cioè la demolizione delle opere abusive.

Alfredo Vito (deputato Pdl): 2 anni patteggiati e 5 miliardi restituiti per 22 episodi di corruzione a Napoli.

Tutti nomi di peso tra cui anche segretari nazionali di partito. Ci si chiede a questo punto a chi serva questo decreto liste pulite se fatto in questo modo inibisce solo cinque parlamentari. E perché non si sia impedito di entrare nelle liste anche ai condannati in primo o secondo grado per poi riabilitarli in caso di assoluzione definitiva dal giorno dopo. Fatto così il decreto sa di beffa.

 

Scritto da Viviana Pizzi
Venerdì 07 Dicembre 2012 15:38

Preferenze espresse ai candidati per la circoscrizione Puglia

 

MoVimento 5 Stelle

Elezioni politiche 2013
Votazioni on line

Elenco dei candidati per la circoscrizione Puglia

COGNOME NOME ETÀ CITTÀ PROFESSIONE NUMERO DI VOTI
1
Buccarella Maurizio 48 Lecce Libero professionista 290
2
D’ambrosio Giuseppe 34 Andria Altra professione 243
3
Ciampolillo Alfonso 41 Bari Impiegato 174
4
L’abbate Giuseppe 27 Polignano a mare Impiegato 135
5
De lorenzis Diego 33 Lecce Impiegato 128
6
Brescia Giuseppe 29 Bari Libero professionista 112
7
D’amato Rosa 43 Taranto Libero professionista 108
8
Buccarella Tiziana 56 Lecce Impiegato 97
9
Donno Daniela 53 Lecce Disoccupato 95
10
Lezzi Barbara 40 Lequile Impiegato 88
11
Furnari Alessandro 36 Taranto Libero professionista 88
12
Amoruso Michele 55 Casamassima Artigiano 83
13
Fumarola Martino 40 Bari Impiegato 82
14
Scagliusi Emanuele 29 Polignano a mare Studente 80
15
Ronzino Alfredo 46 Nardò Impiegato 74
16
Cariello Francesco 37 Bitonto Impiegato 63
17
Rizzello Sonia 48 Galatone Studente 59
18
Labriola Vincenza 32 Taranto Casalinga 58
19
Bevacqua Francesco 49 Brindisi Insegnante 51
20
Valente Fabio 47 Lecce Imprenditore 50
21
Moretto Sebastiano 32 Galatone Dipendente pubblico 48
22
Chirulli Giuseppe 51 Martina franca Libero professionista 47
23
Larini Emanuele 26 Galatina Libero professionista 44
24
Fago Alberto maria 33 Taranto Disoccupato 41
25
Di clemente Giovanni 53 Trani Artigiano 38
26
Papa Tonio 48 Galatone Libero professionista 37
27
Giglione Domenico 48 Modugno Libero professionista 36
28
Trisolino Salvatore 26 Taviano Altra professione 36
29
Muci Giovanni 44 Brindisi Impiegato 36
30
Gatto Maria 52 Lecce Insegnante 35
31
Casaluce Gianni 36 Nardò Libero professionista 34
32
Castrovilli Pierangelo 56 Taranto Commerciante/negoziante 34
33
Gatto Ida 50 Monteiasi Impiegato 33
34
Musaico Francesco 30 Andria Medico 30
35
Gadaleta Massimiliano 36 Castellaneta marina Impiegato 24
36
Iannotta Gennaro 51 Brindisi Impiegato 24
37
De pasquale Francesco 28 Taranto Studente 24
38
Dragone Luca 37 Taranto Libero professionista 22
39
Bottazzo Antonio 36 Nardò Dipendente pubblico 21
40
Iurlaro Donato 35 Taranto Libero professionista 21
41
Agrosì Giovanni 42 Nardo’ Impiegato 19
42
Guglielmi Valerio 25 Andria Libero professionista 16
43
Schiavone Antonio 41 Campi salentina Libero professionista 16
44
Rizzo Andrea salvatore 35 Nardò Dipendente pubblico 15
45
Scarpa Massimo 49 Trepuzzi Impiegato 14
46
Germinario Giorgio 33 Trani Imprenditore 14
47
Paloscia Mario 50 Casamassima Dipendente pubblico 11
48
Tortorella Antonio 45 Lecce Impiegato 11
49
Falconieri Alessandro 31 Nardò Libero professionista 11
50
Palmisano Aldo 47 Modugno Imprenditore 11
51
Filieri Giuseppe 50 Galatone Operaio 8
52
Pellegrino Salvatore antonio 48 Galatone Dipendente pubblico 7
53
Quaranta Fabio 26 Montemesola Agente 7
54
Festa Christian 36 Taranto Commerciante/negoziante 7
55
Miani Lorenzo 27 Trani 6
56
Barba Giovanni 47 Surbo Dipendente pubblico 5
57
Daraio Innocenzo 40 Carosino Impiegato 4
58
Penza Antonio davide 48 Lequile Libero professionista 4
59
Pici Oronzo 57 Cavallino Impiegato 3
60
Resta Lucio 44 Galatone Dipendente pubblico 3
61
Ruggio Massimo 53 Lecce Dipendente pubblico 3

Ho votato alle Parlamentarie a Cinque Stelle: come funzionano le elezioni digitali di Grillo

Le primarie del MoVimento sono il primo esperimento nazionale di voto via web. Possono partecipare solo gli iscritti al portale nell’arco dei quattro giorni previsti. Le preferenze espresse non possono essere revocate. Sul web e sul blog l’iniziativa solleva apprezzamenti, ma non mancano polemiche e domande: chi controlla?

di TIZIANO TONIUTTI

 

UN DATO per le cronache: il primo esperimento di voto digitale su scala nazionale in Italia appartiene al MoVimento 5 Stelle. Un test a numero chiuso, certo, riservato agli iscritti al portale della “Non associazione” di cittadini che ha per capo politico Beppe Grillo. Ma che rappresenta il primo test sulla possibilità di coinvolgimento della società in forme nuove rese possibili dalla tecnologia, anche su scala nazionale, dopo le sperimentazioni su scala locale già avviate nel nostro Paese. La macchina internet messa a punto da Gianroberto Casaleggio (che lunedì ha incontrato Michael Slaby, lo stratega web di Obama in visita in Italia) si è dimostra potente ed efficiente, nel raccogliere entusiasmi ma anche dubbi e polemiche. Almeno nelle prime tre giornate: nella quarta, il sito del Movimento ha risentito diun probabile eccesso di traffico.

La piattaforma: successi e problemi.
 Le “Parlamentarie”, come vengono definite le primarie dei candidati al Parlamento sul sito di Grillo, funzionano su una piattaforma web raggiungibile dagli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 30 settembre 2012. Nessuno

che non sia registrato al sito può quindi votare, un sistema del tutto simile alla registrazione degli elettori per le primarie “cartacee” del Pd, replicato nel dominio digitale. Abbiamo provato il sistema tra martedì e mercoledì, non riscontrando nessuno dei malfunzionamenti segnalati da alcuni utenti, mentre nella giornata di giovedì l’accesso al sito è risultata particolarmente difficile. L’account utilizzato per votare è stato registrato alcuni anni fa, e nel video le preferenze espresse in fase di voto sono state oscurate.

Come funzionano le “Parlamentarie”. Le primarie sul web del M5S sembrano incarnare l’opposto matematico del “Porcellum”, l’attuale legge elettorale per le elezioni politiche in Italia: nessun candidato imposto dall’alto, se non per il vincolo di essersi presentati in una lista a 5stelle in precedenza. Per quattro giorni, gli aventi diritto possono votare “dal basso” i candidati al Parlamento espressi dal Movimento, in un elenco relativo alla circoscrizione di appartenenza.

Una volta effettuato l’accesso, l’elettore digitale si troverà di fronte una lista di candidati con relativi profili, idee, foto e video. A questo punto, cliccando sul pulsante di voto si possono esprimere tre preferenze, nell’arco dei quattro giorni previsti. Il voto espresso non è revocabile: una volta scelto il candidato e cliccato sul pulsante di voto, operazione che si conferma con un secondo clic, la preferenza è acquisita dal sistema in via definitiva.

VIDEO: PARLAMENTARIE  1) LA SCELTA – 2) IL VOTO

Risultati e opinioni. I risultati delle Parlamentarie adovrebbero essere resi noti il 7 dicembre, salvo imprevisti nel conteggio, che non dovrebbero sussistere essendo lo spoglio dei voti gestito dalla piattaforma completamente in digitale.

Sul web la reazione al funzionamento delle Parlamentarie è mista: all’entusiasmo per l’esperimento si contrappongono le critiche sulla metodologia di sicurezza e sulla gestione dei dati sensibili.

Le polemiche e le domande non mancano sul fronte politico, che inevitabilmente sul web incontra quello tecnico: chi controlla i controllori? Chi certifica che lo spoglio del voto sia corretto? Chi è l’amministratore del portale e dove è fisicamente il server che lo ospita? Chi ha accesso alle informazioni sensibili e come vengono scelti gli amministratori? E nel caso di controversie o ricorsi chi e come deciderà? E poi, un quesito spinoso per il MoVimento: quale sarà la struttura di comunicazione che sarà destinataria dei fondi dei gruppi parlamentari?

Alcuni utenti hanno poi lamentato un malfunzionamento che avrebbe consentito di votare più delle tre preferenze previste, e sono stati riscontrati problemi nell’invio delle email per avvisare dell’abilitazione al voto, mai arrivate a molti iscritti, anche se una volta collegati al portale la procedura di voto è risultata regolarmente funzionante. Dal M5S rispondono che “per cause non note, alcuni indirizzi email @gmail.com non stanno ricevendo le indicazioni per poter votare online le “Parlamentarie”. Gli iscritti al MoVimento 5 Stelle abilitati al voto possono utilizzare le istruzioni pubblicate sul portale”.
(06 dicembre 2012)

 

 

Grillo annuncia i primi risultati delle Parlamentarie

Dopo quattro giorni concluse le “Parlamentarie”, le votazioni per le liste dei candidati a 5 Stelle per il Parlamento italiano. I voti disponibili erano circa 95.000 per 1.400 candidati presenti in tutte le circoscrizioni elettorali incluse quelle estere. Beppe Grillo: “Sembra ci siano più donne che uomini”. “Domani avrete nomi, cognomi, curriculum. Li conoscerete tre mesi prima delle elezioni, questo non è mai successo”. “Abbiamo rifiutato 100 milioni di soldi pubblici”

 

 

Vedi il filmato:    Grillo annuncia i primi risultati delle Parlamentarie

Smaltimento rifiuti a Brindisi – Discarica Servizio Soccorso senza facoltà d’uso fino al 5 dicembre

LUNEDÌ 3 DICEMBRE 2012

Oggi, 03 DICEMBRE 2012, è stata protocollata l’ordinanza della Regione Puglia n° 3 del 30/11/2012 al Comune di Conversano, che ha come oggetto:  il ciclo di trattamento dei rifiuti prodotti dai Comuni ex ATO BA/5. Delocalizzazione delle attività di smaltimento. Notifica.

Dunque, fino al 5 dicembre, la discarica di servizio soccorso non ha facoltà d’uso e i rifiuti da prodotti dal bacino di 21 comuni, ATO BA5, andranno ad essere smaltiti a Brindisi, in contrada Autigno.



1° pagina dell’ordinanza regionale

 

 

3° pagina dell’ordinanza regionale

 

fonte: Comitato Riprendiamoci il futuro